“Un buon addestramento comincia dall’ alimentazione”:Vincenzo Magnati & EvViva insieme per i cani da lavoro.

Arriviamo a Termoli nel suo centro di addestramento, l’ Iposportdog:  un’ oasi nel verde vicino al mare dove Vincenzo addestra, riceve in pensione e alleva cani sportivi. Non sono cani qualunque: pastori tedeschi di stazza, abbaiano poco e stanno sull’ attenti pronti a cogliere ogni minimo cenno di Vincenzo.  Potrei dire la stessa cosa di lui: determinato, calmo, ben piazzato e di poche parole.
Sarà questo il segreto della sua fama mondiale? Vincenzo Magnati nasce in Germania e si forma come figurante e addestratore presso il Dog Training Center Germany. Raggiunge in breve tempo risultati importanti nelle gare internazionali come preparatore, allenando soggetti di alto livello, ma soprattutto come figurante:Inghilterra, Germania e America in occasione del WUSV 2009, dell’ IDC nel 2011, dell’ FMBB e del DMR 2012 sono solo una parte dei luoghi in cui il suo nome si è fatto strada, arrivando ad identificarsi con i vertici dell’ IPOSPORT. Parliamone con lui…

 

Ciao Vincenzo come è iniziata la tua storia nell’ Iposport?
Dalla passione per il gioco, l’ agonismo e la competizione …. e poi nell’ iposport fare squadra con il cane è tutta un’ altra cosa …. quello che ti dà non è spiegabile, è un concentrato di emozioni che si instaurano nel rapporto con lui. Con lui sei una team e lotti per la performance migliore.  Gareggi col cane e competi con gli avversari, questa contraddizione ti prende, ti coinvolge in un gioco in cui le variabili sono tante e non c’ è mai nulla di certo.  Un buon addestramento aiuta ad aumentare le probabilità di vittoria mentre tutto il resto corre sul filo delle emozioni, del rapporto col soggetto e anche del tuo stato
d’ animo il giorno della gara. Ad esempio se non mi sento in ottima forma preferisco lasciare libero il cane, non portarlo al guinzaglio perché funzionerebbe come un canale di trasmissione del mio stato d’ animo negativo.

Cosa significa addestrare un cane da esposizione, uno da lavoro o “un cane difficile”?
E’ un lavoro diverso per tutti e tre i soggetti. Il primo non richiede tutto lo sforzo tecnico del cane da lavoro ma non per questo è più facile. Il rapporto umano è più incisivo con il cane da lavoro, perché il sacrificio è più intenso e mette in gioco l’ addestratore, il cane e il loro rapporto.  Per i cani “difficili” bisogna comprendere se il problema sta nella naturale indole del cane o nel modo di comunicare del padrone. Mi capita spesso di lavorare su entrambi e non solo sul cane. In generale posso dire che nell’ addestramento lo sguardo è il primo approccio usato per riconoscersi, poi segue tutto l’ aspetto teorico rinforzando le azioni corrette con dei premi.

Quanto è importante la dieta alimentare durante l’addestramento?
… di più!!! Se un cane non sta bene fisicamente, non fa niente, anche col migliore addestratore o addestramento. Anzi si rischia di inclinare il rapporto che hai con lui perché gli chiedi di lavorare, di fare sforzi e sacrifici pur non sentendosi bene. Per questo un buon addestramento comincia  dall’ alimentazione. Il punto è che in pochi sono in grado di interpretare lo stato di salute di un cane. Lo si deve osservare: come si muove, se ha un movimento atletico o è appesantito, la sua resistenza, il pelo o ancora le feci…
Il nutrimento del cane specie da lavoro deve essere mirato al recupero muscolare e alla prevenzione dell’ acido lattico.

Quindi cosa mangiano i cani che alleni?
Un mangime leggero come quello della Best Choice,
non troppo carico di proteine
e ricco di grassi, integrato da
un supplemento nutrizionale quotidiano come il Basic Protein dell’ EvViva che fornisce proteine nobili, acidi grassi, vitamine e minerali
che lavorano sulla struttura muscolare e lo mettono in forma per iniziare un buon adde-stramento. Poi non può mai mancare un buon condroprotettore che protegge e rigenera i tessuti delle articolazioni preferibilmente con Condroitina, Glucosammina e antinfiammatori naturali come l’ Omega 3, tutti presenti nel Restore Breeder. Infine 40 giorni prima dell’ allenamento spinto, ottengo la massima performance dal cane aggiungendo alla sua dieta giornaliera
l’ Energy, utile anche per arginare la formazione di acido lattico.

EvViva ha sponsorizzato la squadra italiana al mondiale di IPO 2012 in Austria,
com’ è andata?

Non ci si poteva aspettare di più da un cane di appena 4 anni e allenato per soli 9 mesi.  Eiko è andato molto bene rispetto alle aspettative che avevamo ma in una competizione mondiale di questo livello il cane dovrebbe avere intorno ai  5 anni e  almeno 2 anni di addestramento! Il prossimo anno sarà perfetto, non si può andare contro Natura!
Tu sei addestratore, figurante e conduttore: in quale ruolo ti identifichi di più?
Il mio nome a livello mondiale è riconosciuto so-prattutto come figurante, ma se avessi il cane adatto, “il mio cane” potrei sentirmi pienamente appagato nel ruolo di conduttore! Possono passare interi anni prima che un conduttore trovi il cane adatto a sé …

… quasi una sfumatura di malinconia nella tua risposta?
Sì … l’ ultima volta che ho fatto il conduttore c’ era Duca von Spitzbubezwinger, appunto
“il mio cane”, avevamo passato le selezioni per il mondiale con ottimi posizionamenti,
poi si è ammalato gravemente per un’ ernia ed è morto prima del mondiale.
Con lui credo non saremmo passati inosservati neanche ad una gara così importante!

Andrea Schiavon, Istruttore Enci e Unità Cinofila della Protezione Civile

Andrea Schiavon con i suoi cani salvataggio della Protezione Civile

EVVIVA & S.I.C.S, la Scuola Italiana Cani Salvataggio: l’integrazione alimentare dei cani- eroe!

Evviva incontra la Sics per risolvere un quesito sulla performance dei cani bagnino attraverso
l’ uso di integratori alimentari in grado di sostenere l’ attività di salvataggio, un duro addestramento in acqua, a terra e giornate intere in spiaggia sotto al sole. Da questo primo colloquio nasce una partnership che si traduce in un’ esperienza sorprendente sia dal punto di vista della pubblica utilità –grazie al loro intervento sono state salvate dieci persone in mare-sia da quello umano –donne e uomini che si dedicano senza riserve col proprio cane, al prossimo-e infine come contributo di Evviva che attraverso l’integrazione alimentare, raccoglie la sfida di preservare la salute dei cani, la reattività e quindi la loro efficienza durante il soccorso.

Unità cinofile della Protezione civile salvataggio in acqua

Per tuffarci inseme in questa realtà potremmo cominciare dalle imprese che hanno fatto balzare i loro nomi al centro delle prime pagine dei giornali e delle tv, racconti di prodigiosi compagni canini che si tuffano da gommoni in corsa o da elicotteri affrontando il pericolo con l’unico obiettivo di salvare chi è in difficoltà… ma rimangono solo poche parole per andare oltre alla descrizione dei fatti: tutto il resto è magia, custodita nello sguardo che lega l’ uomo al suo cane nell’ Unità Cinofila della Sics, la Scuola Italiana di cani salvataggio della Protezione civile, prima e unica al mondo nel suo genere.  Ce lo racconta un maestro della Cinofilia, Istruttore Enci e Responsabile Sics per il Veneto e l’Emilia Romagna, Andrea Schiavon:
Andrea, come nasce la S.I.C.S?
Pilenga nell’ 88 col suo Terranova Mas (il cane nel logo SICS) riesce a unire la passione per il cane con la possibilità di essere utile, con lui, al prossimo… fonda così la più grande scuola nazionale che addestra le Unità Cinofile, collaborando con le Capitanerie di Porto, i nuclei elicotteristi della Guardia Costiera ed i reparti SAR dell’Aeronautica Militare.
E la Sezione SICS del Veneto, invece?
Nasce nel  1995 con la prima esercitazione ufficiale S.A.R  (Search and Rescue) organizzata da me con il Comandante Scultz della Capitaneria di Porto di Venezia e nel 2000 trova una sede ideale nel Parco Regionale del Sile (Tv).
Al rinnovo brevetti dei cani Sezione Veneto ho notato un certo affiatamento di gruppo…
La forza della Sezione Veneto (60 Unità Cinofile) è la coesione con i compagni…il gioco di squadra è la nostra forza e la nostra unicità… come nel branco dei lupi, in cui ognuno “sacrifica” qualcosa per uno del gruppo, la cui vera leadership è la coesione stessa del gruppo!
Come si diventa un’ Unità Cinofila?
Basta avere un cane di almeno 25 kg e tanta voglia di mettersi in gioco, un addestramento anche fino a tre anni, prima in terra poi in acqua. Alla fine del corso la Sics rilascia un brevetto, da rinnovare ogni anno, riconosciuto dal Ministero dei Trasporti e della Navigazione per l’ affiancamento alla  Guardia Costiera che ad oggi può contare su più di 300 Unità Cinofile! Per Unità Cinofila si intende la coppia Conduttore e cane, entrambe con brevetto da bagnino ma rilasciamo anche un brevetto sportivo per chi non è bagnino ma vuole approfondire il rapporto col cane e immergersi in un’ esperienza unica!

Unità Cinofila della Protezione Civile

Quindi un’ Unità fatta di due ?
Sì, non è prioritario il tipo di cane o di padrone ma il loro rapporto… devono capirsi con uno sguardo, essere un solo corpo. Quando un attimo può decidere di una vita, anche della propria, è fondamentale la completa unità… in mezzo alle onde alte, alle correnti che ti trascinano via, nuoti veloce fino alla persona in difficoltà, non sai neanche dov’ è il tuo cane ma allunghi il braccio destro per agganciarti e lui è lì vicino a te: questa è unità, empatia!
 
Ho letto delle imprese di salvataggio di Calcaterra con Duke, di De Fato con Liuba o ancora di Ceccon con Dafne …
Sì, casi accaduti in condizioni meteomarine sfavorevoli. Abbiamo salvato 6 persone da quando operiamo in Veneto e questo sta ampliando la fiducia delle Istituzioni e dei Comuni, infatti oltre alle spiagge di Caorle, dove saremo presenti tutti i weekend dal  2 Giugno ‘12 al 10 Settembre, siamo in trattativa avanzata anche con il comune di Jesolo e Cavallino.
Per concludere, cosa diresti a chi si vuole avvicinare  a questa esperienza?
Che ci sono pochi limiti a priori… il “cane-bagnino ideale” non esiste ma ci vuole volontà! Sono garantite molte soddisfazioni frutto del profondo attaccamento ed empatia maturati nella formazione col proprio cane… insomma, gli direi che dovrà cominciare a parlare al plurale, nell’ Unità Cinofila l’ IO diventa un NOI: un “Noi” nel rapporto col cane e un “Noi” frutto della coesione coi compagni della Sics Veneto.

Azione di salvataggio dall' elicottero